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(1968-1972) - Marina di Nicotera (Vibo Valentia) - Villaggio turistico, Marina di Nicotera (Vibo Valentia)

Il progetto riguarda un grande insediamento turistico sulla costa tirrenica in Calabria, da realizzarsi su un’area adibita in passato ad aeroporto militare. Il recupero ambientale si concretizza con la creazione di un ampio e rigoglioso giardino creato dal nulla in area desertica.

Porcinai ricostituisce l’ambiente elevando una doppia duna di sabbia sul fronte del mare per proteggere dai venti marini e dalla salsedine il villaggio e creare un ambiente piacevole con un microclima idoneo. All’interno, altre dune contribuiscono a movimentare la sistemazione paesaggistica dell’insediamento e a separare le varie zone (aree comuni delle piscine, aree di ritrovo, campi sportivi, residenze). I rilievi vengono rinverditi con piante tipiche della macchia mediterranea ed ogni cortile viene caratterizzato da un’unica essenza per facilitare l’orientamento ai frequentatori del villaggio. Le strutture in cemento armato scompaiono in breve tempo sommerse da alberi, arbusti e rampicanti . Bruno Zevi scrive:“ Il villaggio turistico di Nicotera Marina, in Calabria, ipotizza un’alternativa radicale ai tipi insediativi che si moltiplicano nel Mezzogiorno.L’area su cui sorge il villaggio era stata spianata dalle ruspe durante l’ultima guerra, per essere adibita ad aeroporto militare. Porcinai ne ha ricostituito la fisionomia primitiva animando il panorama desertico con dune plasmate dal vento e dalla sabbia, e poi ha distribuito 15000 piante dai colori vivacissimi e dalle fogge più strane, attento però a non mescolarle arbitrariamente. Quando la vegetazione sarà cresciuta, dice l’esperto paesaggista toscano, a chi arriverà dalla strada nazionale o dalla ferrovia, il villaggio apparirà avviluppato in una macchia mediterranea, e quindi riparato dai venti; una volta all’interno, sembrerà come una grande perla da contemplare, da godere. Con i mezzi attuali ho cercato di riprodurre il connubio fra l’approccio greco-romano di hortus e quello persiano-orientale di paradeisos, affinchè l’uomo in vacanza vedesse soddisfatta l' aspirazione del suo subcosciente al mito del giardino paradisiaco. Maniera romantica per indicare una metologia progettuale antitetica a quella dell’hotel-villaggio tutto costruito, introverso, autosufficiente nei suoi confini, diffidente dal mondo esterno. Quattro corti: ficus, ninfee tropicali, casuarine e piante da clima arido australiano, palme e papiri. Qui l’arte del paesaggio è funzionale alla città, ne distingue le componenti. ( L’ESPRESSO: “Villaggio turistico a Nicotera Marina” – 10 ottobre 1971).